LINUX!!
Linux, o meglio GNU/Linux, è un sistema operativo che non è molto presente sui normali PC, però è molto più utilizzato di quanto non si creda, basti pensare che Android, che è installato sulla maggior parte degli smartphone o tablet, è proprio un adattamento di tale sistema operativo. Inoltre molti server (tra cui i cosiddetti supercompueter) utilizzano Linux.
L’utilizzo di Linux sui PC richiede un minimo di curiosità e un po’ di “spirito di adattamento”, in quanto l’interfaccia è diversa da quella delle varie versioni di Microsoft Windows a cui siamo da anni abituati, ma dopo una prima fase risulterà molto più “user friendly”. Inoltre, da non dimenticare che risulta essere molto più sicuro e stabile dei sistemi Microsoft…
Insomma potrebbe valer la pena di provarlo, tanto più che potrebbe essere installato anche su PC più datati senza grossi problemi! oppure anche “affiancato” al sistema operativo Windows già in uso sui PC.
Per quanto mi riguarda ho una lunga esperienza di installazioni server che hanno il grosso pregio di essere molto stabili (manutenzione bassa), di contenere maggiormente i consumi elettrici e, non da ultimo di non avere costi di licenze.
Riguardo ai costi vorrei qui evidenziare un aspetto che Linux e in generale il software Open Source (OSS) hanno intrinsecamente: non essendoci costi di licenza – il software è di solito scaricabile direttamente da Internet – i costi sono essenzialmente dovuti all’installazione, manutenzione e configurazione da parte delle figure, come la mia, hanno acquisito competenze nel settore e quindi in pratica viene incentivato il lavoro “locale” e non vengono incrementati gli introiti di un magnate americano o simile! Un discorso certo non così semplice da esaurirsi in queste poche parole, però…
Infine, ma non ultimo, c’è un aspetto sia economico che di “riuso” che di questi tempi non va sottovalutato: Linux può essere configurato per funzionare anche su PC piuttosto datati e con poche risorse, consentendo così di risparmiare sulle spese di aggiornamento hardware e, perché no, di limitare la produzione di rifiuti tecnologici che sempre più creano problemi di smaltimento, viste l’ampia diffusione che hanno.